Il Rapporto Coop 2016 rivela che la recessione ha cambiato le abitudini di spesa alimentare degli italiani, spesso in positivo
Aspettando una ripresa che se la sta prendendo molto comoda, gli italiani hanno pensato bene di attrezzarsi per un’attesa lunga. Come? Facendo acrobazie contabili e ridisegnando, in maniera anche innovativa, la propria spesa alimentare.
Quello che appare sempre più evidente frequentando supermercati e mercatini ora viene certificato anche dalle rilevazioni statistiche, come conferma il recente Rapporto Coop 2016.
Italiani e sostenibilità dei consumi
Mettendo da parte gli aspetti più malinconici, quelli che ci ritraggono come meno ricchi e anche più pessimisti, dagli ultimi dati emerge che la recessione ci ha reso molto più sensibili alla qualità e sostenibilità dei consumi: in Europa siamo i più attenti alle informazioni presenti sulle etichette e ce la caviamo molto bene con la raccolta differenziata.
Non solo, mangiamo di meno e preferiamo sempre di più i cibi light a discapito della carne, il cui consumo è diminuito del 13% in sei anni. Discorso analogo per tutti i prodotti “free” come i senza sale, senza glutine, senza lattosio e via dicendo che, nel primo semestre del 2016, crescono del 5,7%.
Insomma, le statistiche ci dicono che quando ci sediamo a tavola pensiamo innanzitutto a non farci del male rifornendo il nostro organismo di cibo sano e nutriente.
Cosa ha spinto questa rivoluzione culturale?
Sono diversi i fattori che stanno alimentando questa piccola rivoluzione culturale, ma due sembrano definire bene la tendenza futura: l’interesse crescente per i cosiddetti ingredienti antichi e il ricorso a quello che viene definito “altro cibo”.
Nel primo caso stiamo parlando di prodotti come lo zenzero, la quinoa, il farro o la curcuma che sono passati dal primato delle parole ricercate su Google alla presenza sempre più diffusa nel nostro carrello della spesa. Un dato su tutti è quello relativo al giro d’affari dello zenzero che, anno su anno, ha fatto registrare un +141%.
Nel secondo caso, invece, il riferimento è a quell’insieme di pillole, integratori, tavolette, beveroni e preparati dietetici che generano un mercato leader in Europa pari ad oltre 2,5 miliardi di euro all’anno.
E il bio? Gode di ottima salute e continua la sua crescita a due cifre, ma questo ormai non fa più notizia: quello dei prodotti biologici è ormai un consumo di massa.
Per saperne di più:
Il Rapporto Coop 2016 è parte integrante di Italiani.coop, il portale di indagine sulla vita quotidiana degli italiani curato dall’Ufficio Studi Coop e consultabile all’indirizzo http://www.italiani-coop.it/