La posizione della Coldiretti sui novel food e sulla salvaguardia della dieta mediterranea
A lanciare la notizia o, se preferite, l’allarme è stata la Coldiretti: dal 2018 insetti a tavola anche in Italia. Con l’anno nuovo sarà applicato pure da noi il nuovo regolamento Ue sui cosiddetti novel food. E, quindi, locuste, scorpioni, formiche e grilli potranno essere liberamente vendute a fini alimentari. O come alimenti direttamente commestibili o sotto forma di preparati, per esempio farine, presenti in prodotti come la pasta. Rilanciata da tutti i media, la notizia è di quelle che, è proprio il caso di dirlo, lasciano uno strano sapore in bocca. Per saperne di più abbiamo intervistato proprio chi ha sollevato la questione nel corso del Forum internazionale dell’agricoltura di Cernobbio.
Ecco cosa ci ha detto il dott. Lorenzo Bazzana, responsabile economico della Coldiretti.
Dott. Bazzana, il tema degli insetti a tavola è diventato improvvisamente di grande attualità. Voi avete addirittura, e provocatoriamente, presentato delle ricette a base di cavallette e cose simili. Qual era il vostro obiettivo?
Abbiamo fatto un ragionamento: da una parte abbiamo l’Unione Europea che, a nostro modo di vedere, non tutela a sufficienza i nostri prodotti e non li garantisce nella loro difesa, dall’altra ci sono aperture a prodotti che con le nostre tradizioni non c’entrano assolutamente niente. Il discorso delle ricette è un po’ provocatorio, sicuramente. La realtà dei fatti è che noi rischiamo di trovarci, e l’abbiamo mostrato a Cernobbio, la pasta fatta con la farina di larve, di insetti e poi magari c’è ancora chi fa dei ricorsi contro l’etichettatura per avere l’origine del grano che viene utilizzato nella pasta. Sono due lati della stessa medaglia.
Dott. Bazzana, è più giusto preoccuparsi degli insetti a tavola o della salvaguardia dei prodotti della dieta mediterranea?
Chiaro che quella degli insetti è una cosa che ci preoccupa fino ad un certo punto, nel senso che non crediamo che gli italiani abbandoneranno le nostre produzioni di qualità per buttarsi a pesce a mangiare gli insetti. Più che altro, significativo è l’atteggiamento dell’Unione Europea: proprio a Cernobbio è stato presentato dal Ministro Martina un decreto inter-ministeriale che va a definire l’obbligatorietà dell’origine per i derivati del pomodoro. Noi dobbiamo fare in modo che questo sia un segnale, una battaglia che poi portiamo a Bruxelles così da convincere gli altri 27 partner europei dell’importanza della trasparenza nel settore agro-alimentare e dell’importanza di un’etichettatura, che possa rendere i consumatori consapevoli di quello che acquistano.
Dott. Bazzana, perché c’è tanto ostracismo nei confronti dell’etichettatura?
Perché la trasparenza dell’etichettatura, secondo alcuni, fa emergere delle situazioni che potrebbero non incontrare il favore del consumatore. Il fatto di indicare, ad esempio sulla pasta, da dove proviene il grano, a nostro modo di vedere, è un’opportunità per tutti, nel senso che si scoprirà appunto se quella pasta è fatta con grano italiano, se è una miscela di grani italiani e di altre provenienze o soltanto grani d’importazione. Ma questo non da un giudizio sulla qualità della pasta, questa sarà giudicata poi dagli italiani in funzione di quella che potrà essere la sua resa in padella. Questa è soltanto l’indicazione che ci dice da dove viene il grano, in modo tale che il consumatore possa fare le sue considerazioni, i suoi ragionamenti, e infine decidere se acquistare quella pasta o acquistarne un’altra.
Dott. Bazzana, il consumatore che strumenti ha per tutelarsi?
Il consumatore per tutelarsi, innanzitutto, ha una serie di prodotti che già obbligatoriamente riportano l’origine, per cui su prodotti come l’ortofrutta, la carne, le uova, il latte, i latticini, i formaggi, ha comunque un’indicazione delle informazioni che sono importanti. Bisogna imparare a leggere le etichette e fare la spesa sapendo bene cosa si sta acquistando. Su altri prodotti dobbiamo considerare che, per fortuna, anche dove non c’è l’obbligatorietà dell’origine, ci sono comunque aziende che danno volontariamente delle informazioni e se ne assumono la responsabilità, per cui possiamo sapere già così da dove viene il prodotto e che tipo di materia prima è stata utilizzata. Leggiamolo e poi facciamo le nostre considerazioni, avendo un’informazione in più.
Dott. Bazzana, chiudiamo tornando al tema degli insetti a tavola. I novel food rappresentano una novità a cui dovremo abituarci o in Italia avranno poco spazio?
Dipenderà da come sarà la risposta del consumatore, nel senso che, se c’è comunque un certo fascino per l’esotico e per il non convenzionale, può anche darsi che ci sia una fascia di consumatori che vorranno provare e sperimentare, come già è avvenuto ad esempio per certi cibi etnici. Il mondo cambia e abbiamo una società che è diventata multietnica e quindi emergono anche altre esigenze, altre tipologie di consumi. Ovviamente noi speriamo che lo zoccolo duro rimanga comunque la qualità di quel made in Italy che si è invidiato in tutto il mondo ed è richiesto in tutti i paesi.
Allora, auguriamoci che sia lontano il giorno in cui ci ritroveremo gli scorpioni al posto di una bella spaghettata…o magari gli spaghetti con gli scorpioni…
Fonte foto: www.de-gustare.it