Al latte, fondente o rosa resta uno degli alimenti più amati in assoluto


Alzi la mano chi riesce a resistere al cioccolato! È uno degli alimenti più consumati al mondo ed ora è pronto a conquistarci con una nuova variante di gusto. Ecco alcune curiosità sul cioccolato che (forse) non conosci:

Le origini in pillole

Le origini del cioccolato sono antichissime. Le prime testimonianze risalgono a 3.000 anni fa: gli Olmechi, popolo di origine azteca, producevano una bevanda ricavata dai chicchi di cacao detta “acqua amara”. Il cacao è arrivato in Europa a seguito del processo di colonizzazione delle Americhe, fu la Spagna in particolare ad importarlo. Le prime barrette iniziano a vedersi in Inghilterra nel 1847, all’interno del negozio Fry and Sons di Bristol. Per la creazione del cioccolato al latte bisogna aspettare il 1875, grazie agli esperimenti dello svizzero Daniel Peter e del fabbricante di alimenti Henri Nestlé, una collaborazione che darà vita all’omonima azienda dolciaria. Attualmente la principale produzione di cacao non giunge più dall’America Latina, lo scettro spetta al continente Africano, in particolare alla Costa d’Avorio. 

Pink is the new chocolate

Dopo più di 80 anni, una nuova varietà di cioccolato è pronta ad incantare il nostro palato con una sfumatura di colore davvero particolare: il rosa. L’invenzione del Ruby Chocolate si deve alla Barry Callebaut, azienda di Zurigo specializzata in cacao e derivati. I suoi creatori ne descrivono così il sapore: “punte acide, sapore fruttato e un po’ aspro di frutti rossi, meno dolce del cioccolato al latte”. La particolare colorazione rosata dipende esclusivamente dalla qualità di fava di cacao utilizzata, per cui nessun additivo o colorante viene aggiunto nel processo di produzione. Per scoprire il gusto del cioccolato rosa si dovrà, però, attendere un bel po’: almeno tra 6-18 mesi, in base alle nazioni e agli accordi commerciali di distribuzione.

Il cioccolato più costoso del mondo

Una barretta da 50 grammi a 260 dollari: ecco il Piedra de Plata dell’azienda To’ak. Coltivato in Ecuador, questo cioccolato deriva dalla produzione privata di quattordici agricoltori. Mangiare una di queste barrette è un’esperienza trasversale, non solo di gusto: sono, infatti, confezionate in una scatola artigianale, che richiama gli olmi spagnoli, al cui interno si trova un libretto che racconta il processo di invecchiamento del cioccolato fondente. Se pensi che 260 dollari siano tanti, ecco il colpo di grazia! La To’ak, dopo il Piedra de Plata, ha puntato ancora più in alto mettendo in vendita una barretta di cioccolato, affinata per 18 mesi in una barrique di cognac invecchiato di 50 anni, al prezzo di 345 dollari.

La verità sul cioccolato bianco

Sei un amante del cioccolato bianco? Ecco una curiosità che potrebbe sorprenderti! Inventato in Svizzera al termine della prima guerra mondiale, le prime barrette sono state prodotte a partire dagli anni ‘30 dalla Nestlé. Tuttavia definire questa variante di gusto “cioccolato” potrebbe essere un errore, in quanto non contiene fave di cacao. Si crea infatti miscelando burro di cacao, derivati solidi del latte e saccarosio.

Mai darlo al tuo amico a 4 zampe

Irresistibile per l’uomo, ma molto pericoloso per i cani. Il motivo? Tutta colpa della teobromina, una sostanza di cui è composto il cioccolato che stimola il sistema respiratorio e accelera i battiti cardiaci. A differenza degli essere umani, i cani metabolizzano la teobromina molto lentamente, tanto da determinare un accumulo del livello tossico nel loro apparato.

 

 

Fonte foto: www.unsplash.com

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